26 novembre 2023 redazione
Genocidio

Annientare tutti a Gaza”
Anche i bambini educati all'odio razziale
Sei anni fa, Bezalel Smotrich, giovane membro della Knesset nel suo primo mandato, pubblicò il suo “Piano Risolutivo” per il conflitto israelo-palestinese. Secondo il parlamentare di estrema destra, che ora ricopre il ruolo di Ministro delle Finanze israeliano e governatore supremo della Cisgiordania, la contraddizione intrinseca tra le aspirazioni nazionali ebraiche e palestinesi non consente alcun tipo di compromesso, riconciliazione o spartizione. Invece di mantenere l’illusione che un accordo politico sia possibile, ha sostenuto, la questione deve essere risolta unilateralmente una volta per tutte.
Smotrich sembrava soddisfatto della reclusione dell’enclave da parte di Israele come soluzione ideale a quella che chiama la “sfida demografica” posta dall’esistenza stessa dei palestinesi, mentre per la Cisgiordania ne chiede l’annessione totale. In questo territorio, le preoccupazioni demografiche sarebbero state attenuate offrendo ai 3 milioni di residenti palestinesi una scelta: rinunciare alle proprie aspirazioni nazionali e continuare a vivere sulla propria terra in uno status di inferiorità, oppure emigrare all’estero.
Se scegliessero di imbracciare le armi contro Israele, verrebbero identificati come terroristi e l’esercito israeliano “ucciderà coloro che devono essere uccisi”. Quando, durante un incontro in cui presentò il suo Piano a esponenti religioso-sionisti, gli chiesero se intendesse anche uccidere famiglie, donne e bambini, Smotrich rispose: “La guerra è guerra”.
Il Piano Risolutivo è stato percepito fin dalla sua pubblicazione come delirante e pericoloso anche tra i principali commentatori politici israeliani. Tuttavia, un esame degli attuali media e del linguaggio politico israeliano mostra che, quando si tratta dell’attuale attacco dell’esercito a Gaza, gran parte dell’opinione pubblica ha completamente interiorizzato la logica del Piano di Smotrich.
A Gaza la visione di Smotrich viene attuata con una crudeltà che nemmeno lui avrebbe potuto prevedere, è ora è ancora più estrema del testo del Piano stesso.

In un articolo sull’edizione cartacea del giornale di centro Yedioth Ahronoth intitolato “Non facciamoci intimorire dal mondo”, il generale israeliano in congedo Giora Eiland che si beffa delle donne palestinesi dicendo: “Chi sono le ‘povere’ donne di Gaza? Sono tutte madri, sorelle o mogli degli assassini di Hamas” - ha chiarito che tutta la popolazione civile di Gaza è un bersaglio legittimo e che persino “una grave epidemia nel sud della Striscia di Gaza avvicinerà la vittoria”.

Già durante il massacro del 2014 (operazione militare “Margine protettivo” contro Gaza) l’ex ministra della Giustizia di estrema destra Ayelet Shaked affermò che il nemico di Israele era tutto il popolo palestinese: “
Dietro ogni terrorista ci sono decine di uomini e donne, senza i quali non potrebbe impegnarsi nel terrorismo. Ora ciò include anche le madri dei martiri, che li mandano all’inferno con fiori e baci. Dovrebbero seguire i loro figli, niente sarebbe più giusto. Dovrebbero andarsene, come le dimore fisiche in cui hanno allevato i serpenti. Altrimenti là verranno cresciuti altri piccoli serpenti”.

In questo contesto i bambini israeliani vengono istruiti all’arte della guerra, viene insegnato a dare la priorità a distruzione, uccisioni e sono educati ad approvare il conflitto e il genocidio!

Bambini della generazione della vittoria” è la canzone di un gruppo di giovani israeliani (tra i 6 e i 12 anni) recentemente diventata virale sulle piattaforme dei social media ebraici: il testo esprime sostegno a soldati e all’esercito israeliani, sollecita i soldati israeliani a distruggere tutto a Gaza e incita i bambini in Israele in particolare e tutti gli ebrei in generale, a distruggere i palestinesi.

Uno dei ragazzi che la cantano, Aden Nezof, 11 anni, dell’insediamento di Sderot, ha detto: “Io so e credo che i nostri soldati trionferanno sui terroristi, che la mia città risorgerà e prospererà e che io potrò tornare a casa”.
Secondo i media ebraici la nuova canzone è un adattamento di ‘Malvagità,’ scritta da Haim Ghouri. Gli autori della nuova canzone, prodotta dal Rosenbaum Communications Group, sono Ofer Rosenbaum e Shulamit Stolero, che hanno sottolineato il loro desiderio di non cambiare il coro di “malvagità” perché conosciuto in tutte le case di Israele. Ofer Rosenbaum, ha detto ai media: “I bambini del video appartengono alla generazione della vittoria, questi ragazzi sono forti, coraggiosi, amano la propria patria e hanno la sola richiesta che non si ripeta più: lo Stato di Israele deve la sicurezza a loro, alle loro famiglie e a tutti i cittadini e noi l’otterremo solo con una vittoria completa a Gaza, senza concessioni”.

Kan, l’emittente pubblica israeliana, l’ha trasmessa con il titolo ‘Annienteremo tutti a Gaza’,
ma è poi stata costretta a rimuovere il video perché aveva sollevato reazioni indignate in tutto il mondo.



 



 


17 novembre 2023 redazione
fascismo

Con i soldi della Regione e la gioia di Crosetto i veterani combattenti nelle scuole del Piemonte

 

La regione Piemonte finanzia un progetto delle Associazioni d'Arma che porta militari nelle scuole a parlare di istituzioni, democrazia, patria, attraverso la storia della Forze Armate. Il progetto si chiama Patres, storia e memoria.
L'interruzione del servizio militare rischia di privare le nuove generazioni di un patrimonio ideale, ma finalmente grazie al progetto
Patres la storia e l'orgoglio delle nostre Forze Armate entreranno nelle scuole piemontesi a diretto contatto con studenti e studentesse: un filo tricolore che si riannoda. Ha spiegato l'assessore Maurizio Marrone (già capogruppo di Fratelli d'Italia in Comune ed ex consigliere di Alleanza Nazionale), deleghe alle Politiche sociali e dell'integrazione socio-sanitaria, Emigrazione, Cooperazione decentrata internazionale, Opere post-olimpiche ecc.
Secondo l'associazione degli Artiglieri. "In tale contesto si intende coinvolgere i giovani nella ricerca dei valori dei simboli patri italiani che identificano univocamente l'Italia riflettendone la storia e la cultura, ponendo in essere specifiche attività a partire dall'ultimo trimestre del 2023 e nel periodo gennaio-settembre 2024.
La Federazione delle Associazioni d'Arma della Repubblica italiana (Assoarma), partner del progetto
Patres. Storia e Memoria, è presieduta dal generale di Corpo d'Armata (in congedo) Mario Buscemi, già Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, Comandante del Contingente militare nel Kurdistan iracheno nel 1991 (Operazione Airone) e pure coordinatore degli interventi delle forze armate in Somalia, Mozambico e Albania.

 

Testimonianze “La guerra prevede due eserciti, qui ce n’è uno e pagano i civili”


Giuditta Brattini, volontaria di Gazzella Onlus, con l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi) e Assopace Palestina ha dichiarato: “Israele bombarda i civili con la scusa di colpire i combattenti di Hamas che si nasconderebbero in ospedali e ambulanze, o nei tunnel sottoterra. Ma non si può fare. Inoltre dovrebbe dimostrare queste accuse, prima di bombardare. Sono anni che vado nella Striscia di Gaza, di tunnel non so nulla, ma so con certezza che prima di ogni altra cosa su quella terra sono state costruite case, moschee, chiese, scuole e ospedali. La comunità internazionale non può lasciare semaforo verde a Israele, permettendo a un ministro di chiamare i civili ‘animali’ per giustificare i raid”.
“A Gaza è un disastro, manca tutto” - continua la volontaria - in riferimento agli effetti del blocco totale imposto da Israele. “I medici - dice Brattini - ci raccontano che sono costretti a eseguire molte amputazioni perché non hanno più materiali e farmaci per eseguire quel tipo di interventi chirurgici con cui potrebbero salvare gli arti”.
Brattini dice ancora: “Nella Striscia non c’è una guerra, perché la guerra implica due eserciti. C’è invece un esercito contro un movimento di resistenza che, per quanto fornito di armi, è un’altra cosa. L’impatto sui civili è notevole”.
Il suo collega Aldo Nicotra aggiunge: “Dobbiamo dare voce agli operatori che fino a qualche giorno fa sono stati i nostri occhi e le nostre orecchie a Gaza e a cui dobbiamo molto”. Quanto alle oltre 10mila vittime registrate a oggi, Nicotra parla di “tributo di sangue inaccettabile: questa non è lotta al terrorismo ma contro un popolo. Rinnoviamo l’appello a un cessate il fuoco”.


 



 


10 ottobre 2023 redazione
Con la Palestina

Cade il mito

dello stato sionista invincibile

Con la Resistenza palestinese

contro

l'oppressore sionista che ora

si trova nella situazione di

 

dover fronteggiare

 

 

la Resistenza

 

 

palestinese

 

 

all’interno

 

 

di quelli che

 

 

considera

 

 

essere i “suoi”

 

 

confini.

 

 

In appoggio

 

 

alla lotta di

 

 

Liberazione in

 

 

Palestina

 

 

continuiamo

 

 

la nostra

 

 

battaglia contro

 

 

 l'imperialismo

 

 

Usa e UE,

 

 

i suoi governi, i

 

 

politici falsi

 

 

e ipocriti, la

 

 

stampa, tutti

 

 

asserviti ai

 

 

sionisti.

 

 

Ora inventano

 

 

brutali

 

 

aggressioni

 

 

da parte dei

 

 

combattenti

 

 

palestinesi

 

 

ma non si sono

 

 

mai scandalizzati

 

 

per l'oppressione,

 

 

la repressione,

 

 

la costruzione

 

 

di muri, il furto

 

 

di terra, acqua

 

 

sanità, della

 

 

stessa vita,

 

 

subiti da tutto

 

 

il popolo

 

 

palestinese –

 

 

prigioniero in

 

 

casa propria -

 

 

per mano dei

 

 

governanti di

 

 

Israele

 

Libertà per la Palestina


28 agosto 2023 redazione
difendere il diritto alla salute

MOBILITIAMOCI LA SANITÀ È NEL MIRINO ANCHE DI QUESTO GOVERNO!
Giorno dopo giorno si smaschera nei fatti il programma della martellante e demagogica campagna elettorale della coalizione di destra, che ha portato la Meloni al governo con una manciata di voti grazie alla farlocca legge elettorale voluta da Renzi.
Caduta l'abolizione della Legge Fornero (proprio per voce del leghista Giorgetti), cavallo di battaglia di Salvini, mentre aumentano i vitalizi e le spese dell'allegra gestione del governo (sempre in viaggio in tutto il mondo...), quelle militari per il riarmo interno e per le armi in sostegno all'Ucraina e per la militarizzazione del territorio.
Con il carovita e carocarburanti alle stelle, il governo delle promesse sta approntando una manovra di bilancio sulla pelle dei pensionati e dei malati. L’abbassamento dell’età pensionistica non è più in programma. La sanità, che avrebbe bisogno di investimenti massicci, è attaccata come hanno già fatto i governi precedenti - Renzi, Gentiloni, Monti, Letta, Draghi ecc. - confermandone il disastro totale.
Con i tagli agli esami e ai farmaci convenzionati (dal 14,7 al 6,6%), con il concetto troppe visite e troppe analisi definiti inutili addio alla prevenzione.
Meno analisi falseranno le statistiche dei biblici tempi d'attesa per le visite diagnostiche o per un ricovero che però si possono saltare pagando.
Tagli che non tengono conto dell'invecchiamento della popolazione (soprattutto al Sud dove le risorse stanziate sono minori) - più bisognosa del servizio sanitario - e che non ha risorse economiche per permettersi cure a pagamento. Calano anche i posti letto negli ospedali e per evitare intasamenti come ai tempi della Covid 19 ripartirà il programma di vaccinazioni. Queste sì inutili per la popolazione, ma molto utili per i profitti delle case farmaceutiche interessate.
Aumentano i pazienti, ma non gli infermieri né i medici costretti a turni con orari disumani che gravano sulla loro stessa salute e che possono aumentare i casi di malasanità.
Non si parla di turn over né di rafforzamento dei Pronto soccorso dove assistiamo a posti letto improvvisati in corridoio, di ambulatori territoriali e tantomeno di consultori indispensabili per la salute delle donne. Si allungano i tempi d'attesa per le visite diagnostiche o per un ricovero.
La salute è un diritto che va difeso, la sanità la paghiamo sia con le tasse che con i ticket. Perché gli istituti privati si arricchiscono nel settore sanità e i governi la considerano un peso?
Mobilitiamoci per riprenderci ciò che è nostro!
Se non diventiamo protagonisti della protesta e della lotta più generale per cambiare il sistema di società i governi borghesi ci schiacceranno e ci toglieranno completamente tutto ciò che abbiamo ottenuto in anni di sacrifici della classe operaia e lavoratrice.


10 giugno 2023 redazione
condividiamo e pubblichiamo

(IN)GIUSTIZIA DI CLASSE
In pochi giorni due fulgidi esempi – per le “anime belle” a cui non piace chiamare le cose con il loro nome- di ingiustizia di classe.
Cominciamo con la strage di Casale Monferrato. Il 7 giugno la corte d’assise di Novara pronuncia la sentenza di uno dei processi ancora in corso per i morti di amianto, 392 vittime ad oggi sul territorio casalese.
L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny - uno degli uomini più ricchi d’Europa che chiuse la sua fabbrica nel 1986, andandosene a gran velocità e lasciando l’onere della bonifica dell’azienda e del territorio al Comune di Casale) - viene condannato a 12 anni (in soldoni 1 anno ogni 32 vittime. Ma la strage, perché di questo si tratta, non è finita perché a Casale ogni anno continuano ad ammalarsi ancora 50 persone circa).
Il PM aveva chiesto l’ergastolo, ma il tribunale ha derubricato il reato da omicidio volontario con dolo a “semplice” omicidio colposo.
Forse si può considerare questa sentenza una piccola “vittoria” rispetto a tante altre che in questi anni, a fronte di migliaia di vittime, hanno sempre decretato l’impunità dei padroni assassini che tutto sapevano, ma è davvero piccola, tanto che il sindaco di Casale, riguardo ai risarcimenti imposti dal tribunale, dice: ."È un’amara rivincita rispetto alle morti causate, sappiamo bene che difficilmente riconoscerà alle famiglie e al territorio i risarcimenti dovuti".
Del resto l’abbiamo dovuto constatare molte volte; la magistratura è un organo dello Stato e ne segue le indicazioni qualunque sia il colore del governo: “non disturbare” il profitto delle aziende, anche al costo di migliaia di vite spezzate.
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Passiamo ora alla strage di Viareggio e diamo la parola all’associazione che riunisce i familiari delle vittime.
La strage di Viareggio a Roma… PER pretendere la data per la Cassazione-bis (5° grado!) e PER rivendicare SI-CU-RE-ZZA. L'udienza fissata fuori tempo massimo!
Mercoledì 7 giugno, presidio di fronte alla Corte di Cassazione, tenuto dalle ore 09.30 alle ore 12,45 con striscioni e volantinaggio.
Appena arrivati sul posto, un commissario di polizia comunica a Daniela, vice presidente dell’Associazione dei familiari, che l'udienza si terrà il 28 novembre. Una data,
finalmente, definita e sicuramente dovuta alle sollecitazioni e alle pressioni di piazza promosse dalla metà di aprile. Il fascicolone, così, dopo 5(!) è partito da Firenze alla volta di Roma che, a sua volta, ha deciso sezione e data: III Sezione penale e 28 novembre 2023.
Una 'singolare' riflessione: la Corte di Cassazione non comunica con gli avvocati ma dà mandato di informare i familiari a poliziotti del posto, come a dire: cosa siete venuti a fare, tutto a posto, persino la data… L’amara realtà: la data è sì a posto, ma solo per Moretti&company. Infatti, il suddetto compiendo 70 anni il 29 ottobre prossimo, con la conferma della condanna a 5 anni, per i benefici di legge, non sconterà un solo giorno di carcere.
Per il potere, per i poteri forti, per i potentati, tutto deve tornare sempre a proprio uso e consumo. La magistratura-Stato è stata capace di scrivere un’altra pagina nera di questa tragica e terribile storia.
La ‘giustizia’ ha fatto il suo (soc)corso!”
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E, aggiungiamo noi, se si è giunti a questi “risultati” lo si deve unicamente alla determinazione delle vittime e dei loro familiari che da anni e anni - in prima persona, nonostante il dolore, affrontando ostacoli e fatiche di ogni genere - si battono per avere uno straccio di “giustizia”.
Giovedì 29 giugno 2023 –
nel 14° anniversario della strage – i familiari delle vittime e i viareggini sfileranno per le strade della cittadina per non dimenticare. L’appuntamento è davanti alla stazione ferroviaria di Viareggio alle ore 20.45 per poi arrivare sul luogo del disastro.
Il nostro Comitato, come sempre, ci sarà: mano nella mano con tutti coloro che - come noi - non dimenticano, che resistono, che continuano a lottare in prima persona perché la parola “giustizia” riacquisti un senso.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Sesto. S.Giovanni, 10.6.2023